giovedì, maggio 6, 2010 Categorie: Fantasy

Gli Orchi

Nella mitologia norrena, l’orco (orc sia in tedesco sia in inglese) è un mostro antropomorfo, con connotazioni bestiali e demoniache. Sia il termine sia la tipica rappresentazione dell’orco nordico derivano dall’orco della mitologia romana, che pone in esplicita relazione questa figura mostruosa con il mondo degli inferi.
Il termine orc si trova soprattutto in Beowulf, dove la razza dei nonmorti di Grendel è descritta come Orc-néas, che sembra significare “cadaveri di Orcus”; il termine Orcus è l’originale latino e può essere interpretato come sinonimo di Plutone o Ade. Gli orchi di Beowulf (Grendel e sua madre) sono esseri metà uomo e metà mostro, che vanno a caccia di notte, e si riparano in una dimora subacquea in fondo a nebbiosi acquitrini (in un’ambientazione che simboleggia in modo piuttosto esplicito il regno degli inferi).
Nel folclore e nelle fiabe  dei paesi europei, specialmente nordici, gli orchi (ogre in inglese) sono mostri antropomorfi giganteschi, crudeli e divoratori di carne umana, ma non associati all’inferno o ai suoi abitanti.
Orco

Orco

Non sempre è possibile distinguere chiaramente le figure delle due tradizioni, che traggono spunto entrambe dall’orco della mitologia romana, sovrano del Regno degli Inferi e divoratore di uomini insieme al suo mostruoso cane Cerbero. L’uso del termine “orco” per designare un mostro divoratore di uomini è documentato in italiano fino dal XIII secolo; lo usano, tra gli altri, Jacomo Tolomei  (1290) [orco... mangia li garzone], Fazio degli Uberti (1367), Luigi Pulci, e Ludovico Ariosto. Ristoro Canigiani (1363) ne parla esplicitamente come di uno spauracchio dei bambini. Nello stesso periodo, alcuni autori usano ancora il termine per riferirsi all’Orco romano (per esempio Guido da Pisa e Boccaccio).
È possibile che la figura dell’orco sia approdata in Europa proprio dall’Italia; lo testimonierebbe anche la probabile derivazione etimologica dall’italiano di molti termini europei (per esempio l’antico inglese orke, testimoniato nel 1656).
Probabilmente traendo spunto dalla tradizione italiana (per esempio dall’uerco de Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, 1634), Charles Perrault introdusse alla fine del XVII secolo il prototipo di quello che sarebbe poi diventato l’orco tradizionale delle fiabe. Si tratta di un uomo gigantesco, dall’aspetto di un bruto (spesso rappresentato come peloso, muscoloso, barbuto e con il ventre prominente), non raramente armato di un pesante bastone. Caratteristica correlata è la stupidità, che spesso è ciò di cui l’eroe della storia si avvantaggia per sconfiggere l’orco. In alcune varianti, gli orchi sono in grado di mutare forma. Vivono spesso in palazzi o castelli sperduti, ma anche in grotte e paludi. Nelle fiabe, l’orco è spesso il guardiano di una principessa  prigioniera, oppure tiene in schiavitù o divora bambini.
Orco

Orco

Gli orchi nella letteratura Fantasy sono talvolta ispirati alla figura dell’orco del folclore (per esempio gli orchi di Piers Anthony), e talvolta a quella dell’orco della mitologia (gli orchi di J.R.R. Tolkien); in alcuni casi, fanno riferimento a elementi tipici di entrambe queste figure.
In generale sono di dimensioni più grandi di un uomo comune, molto robuste e muscolose, ma a volte dal ventre grande e gonfio, oppure grottesche e deformi e dalle braccia particolarmente lunghe. Il volto è schiacciato, la bocca ampia dotata di zanne, gli occhi rossi. Secondo alcune versioni se vngono esposti alla luce del sole, vengono trasformati in pietra. La pelle degli orchi di varia invece dal giallo pallido, al verde oliva, dal grigio-fango al nero; talvolta vengono presentati con la pelle verde, come nel gioco Warcraft e l’orco fiabesco moderno di Shrek.
Nella traduzione in italiano de Il Signore degli Anelli, viene utilizzato il termine “orchetti” riferendosi agli orchi, in seguito, nellla letteratura Fantasy, gli orchetti divengono una categoria a sé stante, una sottorazza
In generale la società degli orchi è organizzata in clan e tribù, ed è votata alla guerra, ma possono essera anche solitari o mercenari.
Intimamente crudeli, cannibali all’occorrenza e antropofagi, sono tuttavia molto ingegnosi e valenti sia nelle opere minerarie che nella lavorazione dei metalli, in particolar modo quando si tratta di produrre armi e strumenti di tortura.
Si dice che un tempo fossero bellissimi quanto malvagi, ma la corruzione dei loro animi portò poi ad un loro progressivo imbruttimento, tanto da farli entrare fra le creature più viscide e repellenti, ma ad essi è rimasta comunque una grande possanza ed un’insaziabile bramosia per le stragi.
Se dovessi associarli a qualche popolo realmente esistito, li associerei agli unni, o in generale ai barbari che hanno devastato gli ultimi anni dell’impero romano.
Gli orchi sono l’incarnazione di ciò che è più negativo e malvagio nella natura umana, rappresentano il suo lato bestiale di istinti e impulsi incontrollati, l’ira, la prepotenza, e la violenza.

2 Commenti a “Gli Orchi”

  1. [...] forze oscure, terrificanti incantesimi e arcane potenze da troppo tempo sopite. Prima, però, gli orchi dovranno confrontarsi con le proprie ataviche paure, per porre fine a un’esistenza da [...]

  2. [...] una divinità della guerra, avremo una razza che fa della guerra il suo stile di vita (es. gli orchi); oppure invece di avere una divinità della caccia, protrettrice dei boschi e custode delle fonti, [...]

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