La scelta del nome
Trovare un nome per un personaggio sembrerebbe una cosa facile: si tirano un paio di dadi con le lettere ed ecco comparire il nome.
Beh non è proprio così! Al di là del fatto che “òsdrggfj” non è proprio un bel nome, i nomi non dovrebbero essere dati a caso. Il nome identifica il personaggio e ne deve riflettere le caratteristiche: l’originalità , la pronunciabilità , la lunghezza, il suono e anche le cose che associamo a quella parola per assonanza, sono tutte cose da tenere conto. Il nome deve vestire bene il personaggio.
Certo bisogna avere una fantasia infinita per trovare sempre nuovi nomi che calzino a pennello sui personaggi. E qui ci sono diversi sistemi che aiutano uno scrittore a stimolarla.
Io per esempio ne uso due: il primo è un generatore casuale di nomi che si basa su modelli canonici di nomi fantasy/elfici/naneschi; il secondo è guardare semplicemente intorno a me le parole strane che mi circondano, per esempio marche di elettrodomestici, nomi di altri prodotti, o di alcolici, e se non basta li leggo anche al contrario. Ovviamente le parole così trovate saranno solo da fonte d’ispirazione: ci si può divertire a spostare alcune lettere o aggiungendone altre, finché il risultato non sarà quello voluto. Certo bisogna impiegarci un pò di tempo, io stesso sono rimasto fermo giorni in attesa della giusta ispirazione. In questi casi per non smettere di scrivere uso un simboletto per esempio le due quadre con una lettera [x] per indicare il nome incognito.
Un’altro quesito che mi sono posto è: quanto devono essere originali i nomi? Mi spiego. Il problema non è se per caso un nome è uguale ad uno di un altro libro, ma se lo stesso nome compare due volte per due personaggi diversi. In fondo nella vita reale è improbabile che le persone abbiano un nome che non ha nessun altro, d’altra parte se ci fossero due o più omonimi in un libro si farebbe facilmente confusione: immaginate Il Signore degli Anelli con due Frodo o la saga di Dragonlance con due Raistlin?
E allora: che fare?